Editoriale

Messer Galvano era un Cavaliere della famosa Tavola Rotonda di Re Artù, e nipote di questi, il mitico re bretone vissuto forse nel ‘500. Egli, narra la leggenda, lasciò le brumose campagne inglesi alla ricerca del Sacro Graal. Ma un’altra leggenda narra che la sola, vera, Spada nella Roccia sia conservata sotto l'azzurro cielo italico, e che precisamente si trovi ancora oggi ben visibile a tutti nella Rotonda di Montesiepi, nel comune di Chiusdino, un piccolo centro sulle colline senesi.

Ebbene, questa Spada appartenne a Galgano di Guidotto, nato da nobili genitori di origine salica, nel 1148. Dopo una giovinezza spensierata divenne Cavaliere e ricevette dal Vescovo la benedizione per la sua spada, che doveva usare unicamente per difendere la Fede e la Giustizia.

La spada aveva per i cavalieri medioevali un altissimo significato spirituale: rappresentava la Croce, segno di Fede, di aspirazione alla Crociata, di sacrificio al martirio!

Certo è che il nome di messer Galgano assomiglia tanto a quello del leggendario Messer Galvano. Viene spontaneo chiedersi se sia un caso che il suo nome sia simile al Cavaliere di Re Artù: in questo numero Vi proponiamo un valido contributo sul mistero di Montesiepi.

Sembra che Galgano fosse stato spronato nella sua personale ricerca spirituale, addirittura dall'Arcangelo Gabriele, e da questi guidato. Galgano decise quindi di vivere a più stretto contatto con Dio e la natura ritirandosi su una collina, al centro di un più antico luogo sacro, sede abituale di solenni giuramenti, dove visse per 12 mesi.

Nonostante fosse pressato dagli affetti terreni, e cioè dalla madre, dalla fidanzata e dagli amici affinché rientrasse a Chiusdino, conficcò la sua spada benedetta nella fessura di una roccia, che faceva da pavimento alla sua capanna circolare costruita con frasche. Il gesto rappresentava la rinuncia ai beni terreni: era il 21 dicembre, solstizio d'inverno del 1180. La sua vita da eremita fu breve; egli morì l’anno successivo e la spada rimase colà: questa è la storia nostrana della Spada nella Roccia.

E’ utile aggiungere che nel linguaggio astronomico il solstizio d’inverno è il giorno in cui il Sole tocca il punto più basso dell'eclittica, quasi come se si allontanasse e sprofondasse nella notte. L’inizio di un lungo inverno spirituale, come quello che oggi sembra essere interminabile.

Poi, colui che estrarrà la spada nella roccia, indicherà la resurrezione della luce. Buon Natale!

Stefano Beverini