Editoriale

Non troppo tempo fa, in prima serata su Raidue, è stato trasmesso Rose Red. La protagonista è una giovane psicologa, Joyce Reardon (interpretata da Nancy Travis) che vuole scoprire se la tenuta di Rose Red, un’antica e maestosa villa abbandonata, sia davvero infestata da fantasmi. La donna riunisce sei persone con poteri paranormali, secondo la trama del film, per investigare sul caso. Ne succederanno di tutti i colori…

Chi scrive ha sempre manifestato la propria contrarietà verso le fiction condite di presunta paranormalità. Per un motivo semplice semplice: screditano il paranormale, quello vero, proponendo ogni sorta di balordaggini. E non solo: orribili spettri ed effetti horror vengono propinati agli incauti spettatori, come se non bastassero le angosce quotidiane!

Ma Rose Red è una vera parodia della reale infestazione di Borley Rectory. Anche l’edificio proposto dal film è molto simile al fatto storico. La parrocchia di Borley, nella Contea di Suffolk in Inghilterra, fu costruita accanto alla chiesa, nel 1863: era un edificio di due piani che sorgeva sulle fondamenta di una costruzione molto più antica. Dal 1878 al 1939 ne accaddero veramente "di tutti i colori": apparizioni fantomatiche, rumori di ogni genere, tintinnio di campanelli, movimenti e lancio di oggetti, voci misteriose, scritte sui muri…

Anche in questo numero della rivista proponiamo un caso di infestazione estremamente "duraturo": sono oltre trent’anni che Bélmez de la Moraleda, un piccolo villaggio della Spagna, è teatro di fatti a dir poco insoliti. Nel momento in cui scrivo, il caso di Bélmez non è ancora stato pubblicato in Italia, ed è perciò una primizia per i nostri lettori.

Torniamo a Borley Rectory. I fenomeni vennero studiati per sedici anni soprattutto da Harry Price, il famoso e accreditato "cacciatore di fantasmi" dell’epoca. E le testimonianze furono decine e decine, oltre, ovviamente, a coloro che ebbero la sventura di abitarvi, soprattutto i quattro Pastori Henry Bull (1863-1892), il figlio di lui (1892-1927), G.E. Smith (1927-1930) e L.A. Foyster (1930-1935).

La casa rimase disabitata tre anni, finché venne acquistata dal capitano Gregson. Ma l’acquisto finì in tragedia, quando nella notte tra il 27 e 28 febbraio 1939, Borley Rectory venne quasi interamente distrutta da un improvviso incendio (detto per inciso, anche nel film, Rose Red venne distrutta da un incendio). I fenomeni, però, nel caso reale di Borley, continuarono. Nel 1945 le rovine vennero rimosse e il terreno livellato, ma i fenomeni continuarono ancora…

Sembra che una monaca, una certa Maria Lairre, fosse stata rapita dal suo convento, strangolata e sepolta, dove poi sarebbe stata costruita la parrocchia infestata: correva il 1667. Harry Price, scavando decenni dopo nella cantina, trovò un teschio che venne attribuito a una giovane donna. Il Price ammise l’ipotesi di una sopravvivenza, sia pure temporanea, di un qualche residuo della personalità umana.

Ma sulla causa di questi straordinari fenomeni, come ho detto più volte, possiamo avanzare molte ipotesi e, come il solito, nessuna certezza. Rimangono i due volumi del citato studioso inglese The most haunted house in England (1940) e The end of Borley Rectory (1946), e le molte testimonianze… Sul film televisivo, invece, stendiamo un eufemistico "velo pietoso", per non dir di peggio.

Stefano Beverini