Editoriale

Questo numero raggiungerà le Vostre case quasi in periodo natalizio. Come in passato, con questo numero rinnovo i miei auguri a tutti Voi, soprattutto per un nuovo anno sereno.

Non chiediamo di più, il Signore potrebbe non ascoltarci, ma un po’ di serenità, quella sì… Un po’ di serenità per chi ha avuto un lutto familiare, un po’ di serenità per chi non vede una via d’uscita ai propri drammi, un po’ di serenità per chi è malato, un po’ di serenità per chi sta per morire tra atroci sofferenze. Un po’ di serenità per tutti noi… quella, il Signore ce la deve dare.

Il Karma, lo affronteremo, ma senza quel poco di serenità non possiamo fare nulla, non possiamo nemmeno pensare, riflettere, ragionare, trovare la forza per vivere, sorridere, e amare. Anzi, ogni cosa ci appare un enorme macigno che ci schiaccia. Ogni cosa ci appare come un mostro che ci fagocita. Inesorabile, senza scampo, senza vie di fuga. E allora ci chiudiamo a riccio, ma con gli aculei dalla parte sbagliata, che ci trafiggono. E lentamente agonizziamo…

"Nel silenzio della notte sacra, ascoltami!" Era una notte di Natale, e Pietro Ubaldi la ascoltò. Così anche noi, quando la fede vacilla, ascoltiamo la voce dello spirito. Tat tvam asi, ci insegna il Vedanta: Tu sei Quello! Lo Spirito è in noi: Cristo in noi, per i cristiani; l’Atman è il Brahaman, per l’Induismo.

Ma anche quando sembra persa la fede per qualsivoglia religione, sommessamente percepiamo un qualcosa in noi, quella religiosità laica che sussurra i dubbi alla mente meccanicista, quel salvagente che ci impedisce di affogare quando abbiamo smarrito tutte le certezze, quel quid spirituale duro a morire. La nostra anima? Non lo so, ma intuisco che la nostra coscienza non possa essere solo carne destinata a marcire.

Buon Natale, amici lettori! Non ci auguriamo la felicità: qualcuno di Voi la assapora, ma so che per molti di noi è un "lusso" che non possiamo permetterci. Ma auguriamoci tanta serenità, auguriamoci di trovare la pace non attraverso un vessillo appeso al balcone, ma dentro di noi. Auguriamoci di saper perdere un po’ del nostro ego e del nostro narcisismo, e auguriamoci soprattutto di riuscire ad amare chi ci è accanto.

Stefano Beverini