Editoriale

E’ cosa nota il successo di ascolto del telegiornale satirico Striscia la notizia, di Canale 5, come mi pare altrettanto evidente che in alcuni programmi della "nostra" RAI il danaro pubblico non venga utilizzato in modo proficuo per offrire al telespettatore un servizio intellettivamente accettabile.

Non molto tempo fa ci fu un’accesa diatriba, trascinatasi per qualche settimana, tra Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti, conduttori di Striscia, e Paolo Bonolis, conduttore della trasmissione RAI Domenica In.

Più volte Mediaset aveva denunciato i facili guadagni di alcuni cialtroni che si presentano come maghi, operatori dell’occulto, medium, eccetera, che oltretutto screditano un campo di studi e di ricerca che a noi sta particolarmente a cuore. Inutile rimarcare come questi personaggi equivoci nulla hanno a che vedere con il paranormale! Per contro la RAI, con Bonolis, ha cercato di dare voce al mistero, invitando presunti sensitivi e medium a Domenica In, purtroppo non scegliendo gli ospiti con la cautela e l’oculatezza che un compito così delicato imponeva, in una fascia di ascolto domenicale che apre la porta di buona parte delle famiglie italiane.

Successe che la troupe di Striscia si recò da una medium precedentemente magnificata dal Bonolis, mettendola alla prova con uno stratagemma banale che io attuavo quasi trent’anni fa, dettato dalla mia inesperienza: una finta cliente chiese alla medium di contattare il proprio marito defunto, che però non era affatto morto. L’entità del marito intervenne "tramite" la medium, dicendo delle gran sciocchezze. Seguirono quindi proclami di smascheramento e contro dichiarazioni, in un crescendo di polemiche che coinvolse anche la trasmissione RAI Affari tuoi, per altre questioni su un gioco a premi gestito in modo apparentemente dubbio. Nel momento in cui scrivo, poi, la trasmissione di Antonio Ricci ha esagerato nello sparare a zero su tutto il paranormale in genere, senza distinzioni.

Ma torniamo alla medium "smascherata": chi ha studiato da anni seriamente la medianità, sa che questo avvenimento non è sufficiente per stabilire alcunché. La medium, per esempio, poteva essere in assoluta buonafede, avere percepito telepaticamente l’idea del marito morto e non quella della finzione, e aver "drammatizzato" inconsciamente un personaggio in modo contrario alla realtà degli eventi. E’ ovvio che ciò vale anche per comunicazioni di defunti veri: le aspettative del consultante possono essere captate, e può venire creato un personaggio coerente, ma non per questo meno fasullo. Solo valutando l’insieme delle comunicazioni ricevute tramite un medium, ipotizzando le possibilità di "inquinamento" anche paranormale delle stesse, e osservando inoltre il soggetto dal punto di vista psicologico, si può intraprendere uno studio sulla genuinità trascendente delle manifestazioni, ovviamente con ampio "beneficio d’inventario".

Ma il punto non è questo: la medium in questione si faceva pagare la prestazione. E allora? Allora non va bene, e intendiamoci, non mi riferisco particolarmente alla signora presa di mira da Striscia la notizia, mi riferisco a tutti coloro che sfruttano il nostro campo di studi per far soldi turlupinando gli altri: non va bene lucrare su chi soffre, su chi ha vissuto un lutto, magari straziante; non va bene lucrare sulle illusioni, sulle speranze; non va bene lucrare sulle persone il cui titolo di studio non consente loro di discernere le cose serie dalle stramberie; non va bene lucrare sulle malattie, soprattutto su quelle incurabili.

Non ci sono solo i cosiddetti operatori dell’occulto: ci sono anche sedicenti medium che vedono i defunti, che ascoltano le voci, che fanno channeling, che scrivono, e chi più ne ha più ne metta. Talvolta personaggi ben mimetizzati: non maghi istrionici, ma impiegati integerrimi, o brave casalinghe. Non locali sfarzosi, ma salette o camere d’albergo durante qualche congresso. Tutti accomunati da due caratteristiche: dal linguaggio delirante e dal senso di onnipotenza. Ovviamente le loro "prestazioni" si concludono con una richiesta di danaro. Altro che spiritualità…

Ma non posso scandalizzarmi più di tanto, in una società dove la truffa e l’inganno regnano sovrani: risparmiatori defraudati da aziende primarie, malati soverchiati dagli interessi dell’industria farmaceutica, approfittatori che ritoccano i costi dei beni sfruttando l’avvento dell’euro, fautori di truffe di ogni genere a danno degli anziani e dei deboli… Sembrano luoghi comuni, ma sono amare realtà.

Almeno noi, spiritualisti dichiarati, vogliamo evitare di trasformare quello in cui crediamo in un vile mercimonio?

Stefano Beverini