Editoriale

Daniela non c’è più. Quella mattina non si è svegliata, passando dal sonno alla morte per una stramaledetta fuga di monossido di carbonio, per uno stramaledetto e imprevedibile incidente. Godeva di ottima salute, eppure è andata via in silenzio, a soli quarantotto anni, senza "preavviso".

Daniela Nacucchi aveva iniziato una collaborazione con la nostra rivista, nel numero di dicembre 2003. La sua esperienza e il suo bagaglio culturale erano piuttosto vasti: nel campo della medianità e dei fenomeni paranormali in genere, ma era anche una discreta orientalista. Aveva scritto per molti periodici del settore, diventando redattrice del periodico Sopravvivere, indagini e ipotesi, tra gli anni Settanta e Ottanta. Le nostre edizioni del Centro Italiano di Parapsicologia hanno accolto alcuni suoi contributi nella raccolta pubblicata a cura del sottoscritto dal titolo Sopravvivere, saggi sulla vita dopo la morte; mentre per le Edizioni Mediterranee è uscito il volume Il mondo dello spiritismo. Ma la sua collaborazione continuerà: i suoi articoli verranno pubblicati in questo e nei prossimi numeri, per dare ai suoi studi quella continuità e divulgazione che meritano.

Tra i suoi interessi vi era anche quello della pittura. Poteva essere definita arte naif, ma con una buona preparazione e tecnica. I suoi soggetti preferiti erano visi di persone, gatti e il mare. In questo numero riproduciamo volentieri un suo quadro a tutta pagina.

Ma Daniela non era solo una collaboratrice, soprattutto era mia moglie. Dovrei dire ex moglie, perché le nostre strade in questi ultimi anni stavano percorrendo direzioni diverse senza, tuttavia, che ancora avessimo formalizzato la nostra separazione. Tra di noi l’amicizia e l’affetto non erano mai venuti meno: erano profondi, comunque. Le volevo molto bene, ed è duro per me accettare il suo karma. Già, il karma… o il destino, se preferite… o il disegno del Signore. Così incomprensibile, così apparentemente ingiusto.

Perché io continuo a vivere e lei no? Perché io vivo in una nuova famiglia e per lei tutto è precluso? Perché, perché?… Domande e poi domande, inutili, stupide. Poi, mi sovvengono alla mente tanti incontri, tanti dialoghi con altrettante madri, e padri, e persone, tutte con dei lutti, gravissimi, laceranti. E allora altri perché: il figlio diciottenne, la figlia sedicenne… Morti per incidenti, per malattie, per droga, suicidi… Morti in guerre assurde… Ma tutti giovani, tutti con un destino inaccettabile per chi rimane, tutti con un karma incomprensibile, tutti con un disegno del Signore misteriosamente tragico.

Eppure proprio io, che sono trent’anni che mi occupo di paranormale in tema di sopravvivenza, dovrei avere le risposte, pronte, certe, sicure! Invece adesso vorrei avere soltanto un mio salvagente per non affogare "dentro", vorrei avere la certezza che lei viva, e che tutti i Vostri figlioli prematuramente deceduti siano più vivi che mai, e che i nostri genitori defunti ci proteggano dall’Alto.

"Tutti i giorni, tutti i minuti, tutti i secondi c’è chi nasce e c’è chi muore, c’è chi soffre e chi gioisce, c’è chi piange e c’è chi ride, e tutti gli istanti per l’essere umano c’è il bisogno di accettare la vita e la morte, la gioia e la sofferenza, il riso e il pianto; c’è il bisogno di accettarli prima ancora di averne la certezza, perché è ineluttabile che così sia per tutta la vita che l’uomo vive", ci aveva una volta detto Moti, un’entità medianica, nel corso di una seduta.

Quante volte ho parlato di probanti indizi a favore della sopravvivenza! Quante volte ho affermato che la vera vita non è quello che percepiamo con i sensi, ma quello che talvolta osserviamo con gli occhi dello spirito quando il velo del grande sipario si solleva. Fenomeni paranormali, la grande medianità, telepatia, chiaroveggenza, precognizione, apparizione di defunti, fenomeni di sdoppiamento e di premorte (OBE ed NDE), psicocinesi, infestazioni, e tanto d’altro ancora, a indicare un quid che trascende il piano fisico, oltre l’impermanente e l’effimero: una sbirciatina dal buco della serratura.

Ma l’essere umano è debole, e non Vi nascondo la mia debolezza: ora i miei dubbi sono più forti che mai, e meno che mai riesco a darmi risposte. Non riesco a comprendere il karma. Non riesco ad accettare la volontà del Signore. L’unica cosa da fare, ora, è aspettare un segno… Con pazienza, con speranza. Se lei vive, me lo darà. Non voglio ricercarlo, non voglio anelarlo per esserne poi beffato con suggestioni nate dal desiderio, da aspettative sbagliate. Tutto dovrà avvenire spontaneamente.

"Se davvero amate i Vostri cari non cercateli con desiderio, con malinconia, con rimpianto, ma rendete vivo dentro di voi il ricordo dei momenti più belli che vi hanno legati a loro, e su questo ricordo costruite sensazioni d’amore che li possano aiutare a compiere più serenamente il loro cammino", ci aveva un’altra volta detto ancora l’entità Moti.

Allora vorrei ricordare Daniela con serenità e amore, senza disturbarla, senza interferire nel suo nuovo cammino nell’aldilà. Vorrei chiederle di proteggermi nel difficile percorso terreno, dove i nostri errori sono le nostre difficoltà. Vorrei vederla sorridente mentre mi sgrida per le molte mancanze che ho avuto nei suoi riguardi. Vorrei iniziare una nuova vita con il ricordo del passato, ma proteso verso il futuro, con la sua benedizione e il suo aiuto.

Stefano Beverini