Editoriale

 

In diverse occasioni ho esposto le molte ragioni che mi spingono a ritenere che la nostra vera essenza sia molto più profonda e spirituale rispetto all'ambiente fisico da noi percepito. Sono altresì convinto che, se il sentimento è forte e autentico, si stabilisca in qualche modo un contatto con i nostri cari che ci hanno preceduto: per chi sa coglierli, molti sono i segni a favore della sopravvivenza! Eppure, dopo grandi disgrazie, in quante occasioni la disperazione ha soverchiato il dolore, in quante circostanze la ricerca spasmodica di un contatto a tutti i costi con i propri cari defunti ha distrutto anche la vita di chi è rimasto…

E’ giusto invece che ogni essere umano viva la propria esistenza con grande dignità, anche se certe prove della vita sembrano intollerabili. E proprio per il senso di dignità che tutti noi dovremmo avere, dovremmo anche ricordare i nostri cari con serenità, pensando alle cose migliori che abbiamo vissuto insieme, senza che lo sconforto si traduca in cupa disperazione. Se crediamo, come molti indizi ci fanno propendere, alla sopravvivenza dei nostri cari, il dolore che ci distrugge dentro può solo far male a chi ci ha preceduto e ora ci osserva da altre dimensioni.

Purtroppo, spesso, è un grande dolore a farci crescere interiormente. Ma quando subiamo certi accadimenti, quando siamo messi a dura prova, è allora che dobbiamo ascoltare lo spirito che è in noi. "Si, va bene – direte Voi – è facile argomentare in senso astratto, senza aver provato l’esperienza di un distacco tragico". Ebbene, non sono affatto propenso a "mettere in piazza" cose intime, ma voglio proprio fare un’eccezione, e farVi partecipi di un mio dolore: penso che vi sia una ragione profonda nel riferirlo.

Luca non è mai nato. La gravidanza era al quarto, forse al quinto mese. La situazione non era semplice, è quello che si dice non propriamente "ortodossa". Ma io, come sua madre, lo desideravo, e ormai iniziavo ad abituarmi all’idea di essere padre. Per me era abbastanza difficile, non avendo figli. Avevamo anche scelto il suo nome. Poi Luca è tornato indietro: un aborto spontaneo lo ha allontanato. Ma non l’ho mai dimenticato. E mi piace pensare che egli viva… Mi piace pensare che il suo spirito fosse già ben formato, ancora prima di incarnarsi in una brevissima esistenza. Non Vi nascondo che in alcuni momenti di sconforto ho anche chiesto il suo aiuto e ne ho avuto sollievo, perché per me Luca è vivo.

Questa è la ragione del mio dire: condividere con Voi l’idea della sopravvivenza. Molti indizi, al di fuori delle religioni, ci portano a ritenerlo. E molti indizi ci vengono offerti da queste stesse pagine: ogni collaboratore di Lettere e Scritti esprime i propri concetti, affronta variegati temi, argomenti di fede e di scienza, anche molto diversi nel contenuto, ma tutti avviluppati intorno a un’idea dominante: la natura "extrafisica" dell’essere umano.

Perciò, in ogni numero del nostro periodico, troverete spunti di riflessione: dall’inserto centrale che è sempre dedicato ai messaggi medianici dei vari medium e Gruppi, all’articolo un po’ più scientifico, questa volta rivolto a una ancora poco conosciuta materia dal nome strano, al pezzo di psicologia con implicazioni reincarnazioniste, e via via attraverso tutte le collaborazioni. Inoltre Vi invito nuovamente a scrivere in redazione: i Vostri consigli per migliorare sono preziosi e le osservazioni dei lettori ci stanno particolarmente a cuore.

Infine, voglio ricordare che questo periodico è stampato da un’associazione senza scopo di lucro, la quale si è anche accollata l’onere di pubblicare interessanti libri sul paranormale, grazie al coraggio di Sandro, nostro Presidente. Diamogli una mano nel mandare avanti la rivista e le pubblicazioni: nel momento del rinnovo fate un abbonamento sostenitore o benemerito, corredato rispettivamente dell’omaggio di due e quattro libri di Vostra scelta. Solo così possiamo garantire la continuità di queste iniziative.

Buona lettura e, con l’avvento delle prossime festività: buona Pasqua!

 

Stefano Beverini