Editoriale

 

Una rivista è un po’ come un essere umano: nasce, si sviluppa, e muore. Può avere una vita breve, o lunga. Ma questo dipende da molti fattori. Se il contenuto è buono, però, le idee sopravvivono. E il contenuto è quello che realmente conta, è un po’ come l’anima, dentro la veste tipografica che la riveste. Anche nell’uomo quello che conta non è certo la sua veste esteriore, il corpo destinato a estinguersi, ma le sue idee, i suoi ideali, e, senza remore, voglio affermare: il suo spirito! E non sono solo le sue idee a sopravvivere, ma è lo spirito stesso che sembra sopravvivere: la continuità della coscienza, della consapevolezza di esistere, delle capacità volitive, anche dopo la cosiddetta morte del corpo fisico.

Non abbiamo certezze assolute: quelle le avremo solo quando sopraggiungerà la nostra ora. Per ora dobbiamo "accontentarci" degli indizi, dei molti indizi a favore della sopravvivenza. Anzitutto le religioni e le grandi tradizioni che si perdono nella notte dell’umanità. Poi la filosofia, le culture umanistiche, e anche alcune espressioni della scienza contemporanea, soprattutto indirizzata allo studio dell’intima struttura della materia che appare come energia organizzata in modo intelligente. Poi ancora la migliore casistica medianica, in particolare quella intellettiva: mi riferisco alla letteratura medianica e ai cosiddetti casi di identificazione, in cui vengono forniti ragguagli personali sconosciuti a tutti i presenti, da coloro che affermano di essere defunti comunicanti. Ma, come scrisse il mio concittadino e studioso Ernesto Bozzano nel 1931, questa appena citata rappresenta una sola delle numerose categorie di manifestazioni supernormali convergenti verso l’idea di sopravvivenza dello spirito umano. Possiamo ricordare i casi delle apparizioni di defunti al letto di morte, soprattutto se queste sono percepite collettivamente o successivamente dal moribondo e dai presenti; apparizioni di defunti nell’ambiente in cui vissero; fenomeni paranormali in concomitanza con eventi di morte, come spostamenti di oggetti, orologi che si fermano nell’ora del decesso, eccetera; fenomeni di infestazione con apparizione di fantasmi sconosciuti e in seguito identificati; corrispondenze incrociate e complementari, con estrinsecazioni anche simultanee, attraverso medium diversi e geograficamente anche molto distanti; manifestazioni medianiche con lingue ignorate da tutti i partecipanti alla seduta; fenomeni di bilocazione con percezione visiva del doppio da parte di terze persone… e molti altri fenomeni paranormali che sembrano proprio diretti e orchestrati da una intelligenza esterna rispetto all’osservatore. Come, per esempio, le testimonianze di "ritorno" di persone colpite da gravi sintomi di decesso, dette in modo improprio "clinicamente morte", raccolte nella casistica definita con l’acronimo NDE; oppure i fenomeni più recenti di "voci al registratore", quando può essere esclusa la spiegazione psicologica.

Spesso, invece, la causa dei fenomeni paranormali sembra essere l’uomo vivente: un classico esempio è rappresentato dal poltergeist, dove le grandi tensioni psichiche di una persona vengono esternalizzate agendo sulla materia in modo misterioso. E poi tutto il paranormale in genere: telepatia, chiaroveggenza, precognizione, psicometria, psicocinesi… Un tempo questi fenomeni venivano definiti "animici", in contrapposizione a quelli "spiritici". Il menzionato Ernesto Bozzano, a tal proposito, affermava come "vi sarebbe da ricordare agli oppositori che la classe stessa dei fenomeni animici, da essi invocata per combattere l’ipotesi spiritica, basterebbe da sola a dimostrare la sopravvivenza dello spirito umano; visto che, in ultima analisi, i fenomeni animici risultano complementari di quelli spiritici, in quanto provano l’esistenza nell’uomo di una personalità integrale subcosciente, fornita di facoltà supernormali meravigliose, le quali risultano indipendenti dalla legge di evoluzione biologica; o, in altri termini: in quanto provano che l’uomo è uno spirito anche da incarnato."

Come ho già avuto modo di affermare, se sostituiamo, nelle parole di Bozzano, i termini "dimostrazione" e "prove" con l’espressione meno opinabile "insieme di indizi", le sue affermazioni risultano a tutt’oggi di grande importanza. Usando vocaboli più attuali, possiamo perciò evidenziare come tutti i fenomeni paranormali, privi di limiti di spazio e di tempo, siano indiziari di un "quid" agente, che trascende il mondo fisico. Anche il rigoroso Joseph Banks Rhine, attraverso il suo metodo statistico quantitativo, giunse con certezza alla definizione di una causa extrafisica nei fenomeni paranormali, e individuò addirittura un'evidenza a favore della sopravvivenza dello spirito!

Perciò il pensare alla sopravvivenza, ma soprattutto lo sperarvi e il credervi, rappresenta l’anelito che mi sprona nella Direzione di questa rivista. Rappresenta, cioè, l’orientamento spiritualistico che desidero sia l’anima di questo nostro periodico.

 

Stefano Beverini