Editoriale

 

Un giorno, nell’edicola più fornita della mia città, ho acquistato tutte le riviste disponibili che trattano di paranormale e argomenti insoliti. Non sono stato particolarmente sorpreso nel rilevare che il panorama italiano è piuttosto povero di contenuti. Lasciamo perdere ogni forma di magia delirante, oppure farneticazioni su eventi che di misterioso hanno il solo fatto di poter attirare l’interesse dei lettori creduloni, o peggio il vendere fumo di sedicenti occultisti senza scrupoli… Ho anche trovato articoli seri ma, in linea di massima, maledettamente scientisti, un po’ come se fossero senz’anima. Mi spiego meglio: ognuno di Voi legge questa rivista per ricevere un qualcosa che vada oltre la mera lettura, o il mero nozionismo. Un qualcosa che lo coinvolga dentro, un’anima insomma! Ogni collaboratore si esprime in piena libertà, eppure c’è un filo conduttore che lega tutti: è quel coraggio di dare al contenuto una connotazione, oserei dire una finalità, spiritualistica. E allora, dentro di me, dicevo: "per quasi vent’anni ho scritto per un noto periodico di parapsicologia a tiratura nazionale. Per quasi vent’anni… eppure, mi manca quel "qualcosa". Avrebbe senso continuare a occuparsi di un paranormale che ritengo sia come senz’anima? Diamine, vogliamo dare un senso alle cose?"

Questo, mi domandavo. E cercavo di capire dove, nell’editoria italiana, si potesse attuare ciò che sentivo, e che sento. Nel contempo, dopo oltre venticinque anni di studi sulla fenomenologia paranormale, non Vi nascondo che iniziava a rodermi il pensiero di ritirarmi totalmente dalla scena editoriale. Infatti, alla fine dello scorso anno, abbandonai tutte le collaborazioni giornalistiche. Intanto rileggevo con più attenzione la rivista del Centro Studi Italiano di Parapsicologia, questa rivista. E ho avuto conferma che indubbiamente tratta di cose serie, ma anche straordinariamente coinvolgenti nell’interiorità. Mentre pensavo a tutto ciò, il Direttore responsabile del periodico e Presidente della citata associazione ha voluto accordarmi la sua fiducia. Posso quindi dirvi che personalmente mi rimetto in gioco: da questo numero assumo la direzione della redazione di questa rivista!

Anzitutto rivolgo un grazie di cuore a ciascun lettore e a ciascun collaboratore. Il contributo di ognuno sarà importantissimo affinché tutti insieme si possa migliorare. Per quanto mi riguarda, voglio assumermi la responsabilità di garantire la continuità dei contenuti, cercando di realizzare un riferimento per l’editoria italiana. E soprattutto con la consapevolezza che l’uomo non si limita a essere sostanza organica destinata a decomporsi, ma è anche essenza superiore, spirito, è anche quel "quid" che perfino il rigoroso Rhine, padre della moderna parapsicologia, aveva riconosciuto.

Ritengo che, in questo nuovo millennio, si possano finalmente ampliare le proprie concezioni, superando le anguste dicotomie spirito e materia, fede e ragione, sentimento e raziocinio, intuizione e ragionamento, considerati come poli opposti, dagli attributi positivi o negativi. Del resto, le più attuali espressioni del pensiero scientifico suggeriscono proprio come tutto l’universo altro non sia che energia, la quale si "materializza" solo in presenza dell’osservatore; le leggi quantistiche, di tipo probabilistico, sono espressioni di campi di forze che cozzano contro i nostri concetti meccanicistici di causa e di effetto; i principi della vita sono di tipo finalistico e contraddicono la stessa entropia: insomma, questi sono solo alcuni esempi, esposti a ruota libera, che denotano come siano anacronistiche le posizioni dogmatiche che ancora molti libri scolastici ci impongono come assolute certezze. Ma soprattutto una visione del mondo senza preconcetti ci rivela come l’essenza delle cose sia da ricercare oltre l’inganno dei nostri cinque sensi, oltre il mondo di apparente materia pesante, oltre la razionalità dogmatica, oltre la scienza di vecchia concezione, per il conseguimento di una vera conoscenza, senza il timore di affermare come l’essenza delle cose sia, in ultima analisi, spirituale.

Evviva la conoscenza, evviva la scienza, evviva lo studio serio della fenomenologia paranormale. Ma noi vogliamo anche persistere nel coraggio di dar vita a una rivista profonda nei contenuti, che ci interessi veramente, che abbia una finalità spiritualista! Grazie alla Vostra partecipazione e il Vostro coinvolgimento, riusciremo nell’intento di continuare e migliorare questo periodico che si occupa dei temi che più ci appassionano, in una sorta di sfida culturale nel campo dell’editoria italiana, ma che mantenga sempre – come ho già affermato – la propria anima. Perciò, a Voi amici collaboratori chiedo di perseverare nell’impegno di offrire contributi di qualità e serietà, e a Voi amici lettori chiedo di partecipare con consigli e suggerimenti, e chiedo anche di divulgare questo nostro periodico tra amici e conoscenti, affinché possa diventare un riferimento di cui essere orgogliosi.

 

Stefano Beverini